sabato 2 aprile 2011

COMINCINI.... IL SINDACO DI CERNUSCO CHE RISOLVE I PROBLEMI E L'INCAPACITA' DI SEGRATE

FORSE IL "RAZZISMO", SICURAMENTE L'INCAPACITA' DELL'AMMINISTRAZIONE SEGRATESE

Un aiuto a 3 famiglie Rom

Ho messo a disposizione un’area comunale a 3 famiglie Rom con 10 minori che da oltre 2 settimane, dopo lo sgombero avvenuto a Segrate, vagavano senza un posto fisso dove dimorare.

I ragazzi frequentano la scuola e i padri lavorano.

L’area consentirà alle famiglie di far stazionare le 3 roulotte che il Segretariato Sociale San Riccardo Pampuri ha destinato loro.

Un gesto di solidarietà che spero li renda più sereni.


Qui un articolo di Cernusco in Folio con qualche news in più.

I bimbi rom di Lavanderie trovano casa a Villa Fiorita

Il gruppetto sosterà in città fino a giugno e verrà seguito quotidianamente dal Segretariato “Pampuri” di Giuseppe Colombo, da alcune maestre e dai volontari della Misericordia. Il sindaco: «Un gesto di solidarietà per permettere ai piccoli di terminare l’anno scolastico»


CRONACA (Cernusco) - Lieto fine, anche se provvisorio, per i dieci bambini rom presi in carico dal segretariato “San Riccardo Pampuri” diretto da Giuseppe Colombo. Per dare una sistemazione ai piccoli, sgomberati due settimane fa assieme ai loro genitori dalle baracche dove vivevano, accanto alla chiesa del quartiere segratese di Lavanderie, l’amministrazione di Villa Greppi ha messo a disposizione un’area in zona Villa Fiorita.

Qui il gruppo di romeni (17 persone in tutto) composto da tre famiglie (papà, mamma e tre figli ciascuna) più una nonna con il suo nipotino di 7 anni, saranno autorizzati a posteggiare, fino a giugno, le due roulotte acquistate proprio dall’associazione guidata dall’ex primo cittadino. «In questo modo i bimbi potranno almeno finire l’anno scolastico senza dover essere sballottati di qua e di là».

I piccoli, infatti, sono tutti regolarmente iscritti alle elementari. Oltre che dal Segretariato Pampuri, sono seguiti quotidianamente dalle loro maestre e dai volontari della Misericordia di Segrate, che ogni mattina si premurano di passarli a prendere per portarli a scuola, riportandoli indietro al pomeriggio. I genitori, invece, lavorano come muratori, partono al mattino all’alba per raggiungere i cantieri della bergamasca, e ritornano la sera.

Anche il giorno dello sgombero, mentre le ruspe segratesi erano in azione per demolire le baracche di Lavanderie, hanno lasciato mogli e bambini, per andare al lavoro, sapendo che un’assenza avrebbe potuto costar loro il posto. Prima di trovare questa soluzione il gruppo ha peregrinato per tutta la Martesana, ospite di famiglie volenterose, in attesa che il Pampuri trovasse loro una sistemazione momentanea, ma dignitosa.

E così è avvenuto, grazie al benestare di Villa Greppi. Nel parcheggio accanto all’area feste di Villa Fiorita le tre famiglie avranno, oltre che un tetto sulla testa, anche il permesso per allacciarsi agli impianti elettrici e dell’acqua, per il cui utilizzo verseranno un canone alle casse comunali. «Avendo quell’area disponibile e trattandosi di tre sole famiglie comunitarie che lavorano con figli piccoli che vanno a scuola, abbiamo deciso di permettere loro di sostare provvisoriamente in maniera dignitosa in un’area periferica della città» spiega il sindaco Comincini. «Resteranno fino a metà giugno per consentire ai piccoli di terminare le lezioni. Un gesto di solidarietà importante nei confronti di dieci bambini in difficoltà».

«Quell’area dovrebbe essere una volta per tutte destinata solo ed esclusivamente alle feste» commenta la campana leghista di Angelo Rocchi. «Se sono bimbi e i genitori lavorano e pagano l’acqua, nessun problema. A patto che non si vada oltre giugno. Comunque, meglio che ospitare qualche finto profugo libico o tunisino».


giovedì 31 marzo 2011

SEGRATE DIFENDE GLI ABUSIVI E CONDANNA GLI ONESTI

IL SINDACO NON SFRATTERA' MAI SETTANTA FAMIGLIE DI GIOSTRAI ABUSIVI

Da sempre bacini di tessere e consensi, nonchè di " attivisti" pronti all'uso, un rappresentante della comunità sempre eletto in consiglio per la maggioranza Questo ha sempre fatto chiudere gli occhi su abusismi edilizi e commerciali, regole e sicurezza.

Sempre da quarant'anni, fidi al servizio del Sindaco di turno, ora forse tutto è stato orchestrato per sgraviarsi da responsabilità oggettive, mentre molti " reati " sono andati in prescrizione altri invese sembra siano stati ""appena costruiti""

LE SETTANTA FAMIGLIE DI TREGAREZZO INVECE?


Segrate difende la città fantasma
"I giostrai hanno diritto di restare"

Il sindaco: da anni lavorano sodo, non danno noia e io non sfratterò mai settanta
famiglie. L'opposizione all'attacco: sono una lobby con un consigliere in Comune

di LAURA FUGNOLI

"Possono anche essere fuori o ai limiti della legge, ma non sfratterò settanta famiglie, che sono qui da quarant'anni e creano ricchezza. È tutta gente che lavora sodo, pagano la Tarsu e non hanno mai dato noia". Adriano Alessandrini, pidiellino sindaco di Segrate, cerca di difendere quelle che definisce "roulotte che hanno solo perso completamente le sembianze di roulotte". Sui giostrai di Novegro e le loro famiglie, duecento persone secondo il sindaco, 700 nelle stime della procura di Milano, si è concentrata l'attenzione e l'abuso edilizio mai sanato in quarant'anni non consente silenzi. I giostrai vivono al numero 2 di via Dante, un condominio sui generis fatto di case con le ruote, ma anche villini in muratura su un'area presa in affitto da una società privata.

L'insediamento abusivo a Segrate Viaggio nella città fantasma "Noi gente del luna park"

Case spacciate per volanti, passeggere e provvisorie, di una provvisorietà così stanziale che ora necessita spiegazioni. E mentre l'opposizione minaccia interrogazioni alla maggioranza chiedendo chiarezza, i giostrai possono vantare invece una certa influenza nell'amministrazione di Segrate, se non altro perché un consigliere comunale in area Pdl è uno di loro: Marco Trebino, una vita trascorsa tra montagne russe, autoscontri e poi il tuffo, da qualche mese, in politica. Il capogruppo Idv di Segrate, Antonio Berardinucci, fa notare che "se qui era calato il silenzio è per un evidente conflitto di interesse di Trebino, che ha permesso che tutto fosse possibile nell'area". Trebino si difende dicendo che dell'argomento si è parlato solo in giunta e che in consiglio comunale nessuno ha mai posto la questione "e poi se ci fosse da votare, lo farei uscire a garanzia di imparzialità" mette le mani avanti il sindaco. Rincara la dose Vito Ancora, consigliere comunale del Pd. "Quella dei giostrai è una lobby, sono stabilmente residenti e dunque voti che fanno gola".

E pensare che tutto è partito da una faida privata proprio all'interno della famiglia di Marco Trebino: la denuncia di irregolarità edilizie è infatti arrivata in Comune a opera di suo cognato, mosso dalla voglia di vendicarsi per uno sgarbo mal sopportato. A quel punto l'amministrazione di Segrate ha dovuto procedere d'ufficio finché l'iter è passato nelle mani di Tar e procura. Il Tar ha respinto l'ordinanza contro la proprietà dell'area, mentre la procura indaga ancora.

Ora Alessandrini promette case vere, magari in edilizia convenzionata o cooperativa per venire incontro alle esigenze dei giostrai. "La zona fa parte del Piano di cintura urbana 4 del Parco Sud e abbiamo un progetto: un'area edificata nelle immediate vicinanze per trasformare poi il terreno su cui ora ci sono le case mobili in zona verde". Un piano che Alessandrini dice di aver elaborato dal 2002, senza risposte dall'ente Parco. Trebino confida invece nella vecchia legge 337 del 1968 che consentiva agli esercenti di spettacoli viaggianti la libertà di piazzarsi ovunque con camper e strutture mobili. È stata superata dal testo unico per l'edilizia del 2001, ma il consigliere giostraio non ne vuol sapere.

Da

http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/03/31/news/segrate_difende_la_citt_fantasma_i_giostrai_hanno_diritto_di_restare-14297637/?rss


mercoledì 30 marzo 2011

DA SEGRATE A MILANO

CANDIDATO ALLE ULTIME AMMINISTRATIVE DI SEGRATE, NELLA LISTA SEGRATE DOMANI-ARIA NUOVA (oggi INSIEME X SEGRATE)
A CANDIADATO SINDACO PER MILANO




Mattia Calise, 20 anni (il più giovane tra i candidati), studente di Scienze Politiche all’ Università Statale, candidato-portavoce per il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo.

1. L’Associazione SoS Racket sembra rimanere sempre più sola nella lotta contro le mafie. Gli ultimi eventi accaduti per le case dell’A.L.E.R. , dove un’organizzazione ha praticamente in mano le case popolari, sembrano la punta di un iceberg che non si vuole sciogliere. Del pizzo non se ne parla ad alta voce, ma in molti lo pagano, anche nel centro di Milano. Qual è la sua proposta di contrasto in merito al pizzo, al racket, al comportamento mafioso ormai sempre più impregnante nella regione Lombardia?

* Allargare la cooperazione del Comune anche all’associazione Sos-Racket (oggi il Comune ha un servizio “Sos contro racket e usura” in collaborazione con l’associazione “Sos Italia Libera”), e alle altre realtà associazionistiche attive sul tema;

* Evidenziare nel dovuto modo il servizio “Sos contro racket e usura” nel sito del Comune (che attualmente sembra quasi nascosto), e promuoverne le attività con una campagna informativa periodica;

* Realizzare un tavolo permanente anti-racket/anti-mafie nel Comune, che possa coordinarsi con le realtà già attive a livello locale e nazionale;

* Incrementare il numero dei vigili di quartiere disponibili, anche spostando a volontari ed ausiliari alcune loro mansioni (tipo il presidio di ingressi e uscite dalle scuole), in modo da non creare “assenze” predeterminate nel presidio del territorio;

* Presentazione al Consiglio Comunale di tutti i bilanci delle società partecipate dal Comune (che ad oggi non è obbligatorio).

2. Lei ha mai violato la legge?

Premesso che nel M5S la fedina penale pulita è prerequisito per potersi candidare.. sicuramente sì, anzi sarebbe un bel gioco se ciascuno facesse caso ogni giorno ai singoli dettagli: le leggi sono tali e tante, pretendono di regolare ogni singolo ambito dell’esistenza, e così mal coordinate che la gente le viola continuamnete anche senza saperlo.

Posso fare anche un esempio di violazione volontaria: mi capita di percorrere in bici tratti di marciapiede in zone particolarmente a rischio per i ciclisti, o in aree pedonali dove pur avendo un senso non sarebbe prevista la circolazione delle bici (nota extra testo: è da ritenersi positiva la sperimentazione di condivisione dei marciapiedi partita in questi giorni).

3. Come si muove a Milano? Mezzi pubblici, bicicletta o automobile? Quanto spende più o meno annualmente per questi spostamenti?

Come studente l’annuale mi costa 170€, più i 10 della tessera elettronica.. Sò che il prezzo pieno annuale sarebbe di 300€, e il mensile 30€; al proposito credo che – data l’incidenza ridotta dei costi di gestione elettronica – ci sarebbero gli estremi per portare il costo mensile esattamente a 1/12 dell’annuale se gestito via web (quindi 25€ a prezzo pieno); per muovermi in città utilizzo quasi esclusivamente mezzi pubblici e nelle giornate non piovose la bicicletta.

Spendo quindi 170€ di abbonamento Atm e circa 50€ in materiale di consumo e manutenzione bici.

4. Visti i dati preoccupanti sulla diffusione dell’HIV (15.000 persone secondo la L.I.L.A.) e di gravidanze indesiderate a Milano, come pensa di procedere sul fronte dell’educazione sessuale nelle scuole superiori? Come si pone di fronte ad iniziative come la presenza di distributori di preservativi nelle scuole? Cosa pensa dello scontro che lo scorso anno ha visto coinvolti l’ASL di Milano e la Regione Lombardia, riguardante le modalità con cui si tenevano i corsi di educazione sessuale e che hanno portato alla sospensione degli stessi?

A fronte del vuoto informativo-educativo che si è venuto a creare nelle scuole medie e superiori da quando l’A.S.L. ha sospeso gran parte dei progetti e quindi anche quelli relativi all’ educazione sessuale, professionisti privati e associazioni del privato sociale hanno proposto alle scuole i loro interventi che non sempre sono stati all’ altezza delle aspettative. Io interverrei ripristinando e incrementando tutti i progetti di prevenzione che si sono dimostrati validi nel tempo molti dei quali già proposti in passato dalla A.S.L.

Sono stati attivi nelle scuole per vari anni progetti relativi all’educazione sessuale,alle problematiche riguardanti l’alcool, le sostanze stupefacenti e i disturbi dell’alimentazione. Queste attività educative e formative importantissime per gli studenti non ci sono quasi più; l A.S.L. ha fatto tagli enormi e ingiustificabili. Le conseguenze di una scarsa o errata informazione è spesso un comportamento inconsapevole che porta alle note e drammatiche conseguenze (contagio HIV, gravidanze indesiderate,etc).

Sono favorevole alla distribuzione di profilattici, anche nelle scuole. Nel 2008 e 2009 come rappresentante d’istituto del Liceo Machiavelli di Pioltello mi sono battuto per l’introduzione dei distributori di profilattici nei plessi scolastici e da allora non ho mai smesso di sostenere l’iniziativa.

Penso che scontri di questo genere portino solo danni alla popolazione. Il problema avrebbe potuto essere risolto con un miglioramento del servizio e non con la soppressione dello stesso.

Io avrei cercato di capire per quale motivo parte dell’utenza aveva ritenuto non idoneo l’intervento e soprattutto avrei stimolato presso le aree competenti una eventuale revisione del progetto per offrire un servizio più adeguato.

5. Prima della sua carriera politica di cosa si occupava?

Diciamo pure cosa continuerò a fare: per noi la politica non è un lavoro alternativo ad un altro lavoro, è un servizio temporaneo alla collettività. Sono uno studente universitario, studio Scienze Politiche in Statale.

6. In quali scuole ha ricevuto la sua educazione? 6. Che genere di istruzione ha ricevuto dai suoi genitori e dalle scuole che ha frequentato?

Scuole pubbliche. Dai miei genitori ho ricevuto un’istruzione basata sul rispetto degli altri, sulla creatività e sulla determinazione nel portare a termine progetti.

7. Il rapporto di Transatlantic Trends evidenzia che in Italia la percezione della percentuale di immigrazione risulta quattro volte superiore rispetto alla realtà. A Milano, gli avvenimenti di via Padova o del campo rom di via Triboniano dimostrano che la temperatura sociale resta calda. Quali crede siano le priorità per stemperare la tensione? Come progetterà di muoversi il comune e i suoi servizi per attuare l’integrazione con strumenti alternativi al solo intervento delle forze dell’ordine?

* Assegnare spazi del Comune come luoghi d’aggregazione per le varie comunità etniche formatesi, che ovviamente siano zone crime-free monitorate, ma in modo collaborativo;

* Realizzare un tavolo permanente (strutturato in sotto-tavoli per ognuna delle 9 zone) per l’integrazione, coinvolgendo elementi di tutte le etnie presenti;

* Introdurre il principio della presenza di personale multietnico, sia nei servizi ai cittadini che nelle forze di polizia locale, per superare le barriere di lingua e mentalità;

8. Molti degli studenti che frequentano le università milanesi sono pendolari o si trasferiscono a Milano o nelle zone limitrofe, oppure sono studenti di altri paesi, gli “erasmus”. Arrivando a Milano “fanno girare l’economia” con le loro spese sia di necessità che di divertimento. Inoltre, rispetto alle grandi città europee Milano risente di un deficit nel settore del trasporto pubblico, soprattutto nelle fasce notturne e nelle zone periferiche e i prezzi dei taxi sono assolutamente proibitivi. Come intende agire per migliorare il trasporto milanese? Come pensa di agire sulle politiche giovanili e di integrazione?

Per quanto riguarda politiche giovanili e integrazione:

va programmata una gestione di parte dell’edilizia pubblica, da mettere al servizio degli studenti a prezzi agevolati; se pensiamo poi ai tanti edifici pubblici inutilizzati e improduttivi che potrebbero diventare “stazioni di studio”, renderemmo possibile per uno studente avere basi d’appoggio sia per dormire che per studiare, magari minimaliste, ma funzionali. Le notizie recentissime sul Pio Albergo Trivulzio danno l’idea di quel che il Comune potrebbe fare a favore degli studenti – investendo nel futuro – e non dei privilegiati possessori di redditi sontuosi.

Sul fronte trasporto pubblico:

non vedo alternative al miglioramento del trasporto milanese, se non attraverso il potenziamento del trasporto pubblico e della mobilità ciclabile. Ovviamente al potenziamento del trasporto pubblico – come incremento frequenze, prolungamento orari, e flessibilità dimensionale dei mezzi – dev’esser associata un’adeguata estensione e difesa delle corsie preferenziali. La maggior parte dei fondi extra che deriveranno dal fisco federale e dall’ IMU, andrebbero investiti nella “battaglia del trasporto urbano”, che va assolutamente vinta.

9. Qual è la sua visione di Milano? Quali benefici sociali e ambientali porterà l’Expo ai cittadini milanesi e ai suoi visitatori?

Milano era una città dove ci si trasferiva volentieri per trovare lavoro, per studiare e in generale per cercare fortuna, una città ricettiva e dalle grandi opportunità, un avamposto a livello tecnologico e culturale per tutta Italia. Era definita capitale morale – anche da Montanelli – perché di fatto sempre davanti a Roma in molteplici campi.

Nel 2011 Milano è in declino, con un gioco di parole purtroppo ben calzante, può essere forse la capitale amorale d’Italia, dove si specula sulla pelle di chi più ha bisogno d’assistenza, dove chi vi si trasferisce ci morirà anzitempo per l’ambiente nocivo, bloccato nel traffico e all’ombra di grattacieli inutili.

Il governo della città ignora gli interessi primari della cittadinanza, non la consulta né la coinvolge nelle scelte, sempre più frequentemente gliele impone a beneficio dei soliti costruttori, delle solite lobbies.

Milano si è trasformata in una città vetrina e temporanea, buona per fare shopping oppure per la settimana della moda, ma con poche prospettive per il futuro e per le prossime generazioni; resterà così – priva di prospettive – anche dopo la fiammata dell’Expo, nella quale – sotto la guida “accorta” di chi non ha mosso un dito per evitare il nuovo scandalo di affittopoli – verranno bruciate enormi risorse, senza toccare i problemi strutturali della città, anzi peggiorandoli.

10. Secondo Phillipe Daverio, la costituzione urbanistica e storica della città di Milano è molto più simile a città europee come Lione, che Berlino o Parigi. Ciò impone una evoluzione della città non solo tramite decisioni politiche ed economiche in merito ma anche integrative al passato e al futuro di quale città si vorrà co-costruire insieme con i cittadini. Quale è la sua visione di Milano? Quali benefici sociali e ambientali porterà l’Expo ai cittadini milanesi e ai suoi visitatori?

Milano, come moltissime realtà italiane, è una città con una precisa fisionomia storica caratterizzante che non va stravolta. I grattacieli ultra moderni non sono consoni allo stile architettonico urbano. Cercherei di adottare azioni finalizzate al recupero di fabbricati vetusti e di aree dismesse, badando con attenzione alla spesa a fronte di minori introiti dovuti alla riduzione del consumo di territorio. Badando sicuramente più alla qualità della condivisione degli spazi comuni, più che all’estetica futuristica di nuovi mostri in cemento armato che andrebbero delocalizzati in aree periferiche dismesse. La Milano che vorrei ha le piazze a disposizione della vita extra lavorativa delle famiglie, spazi di svago, luoghi di incontro, aree a verde, mobilità agevolata per mezzi non inquinanti, piste ciclabili.

Expo… A mio parere è un’enorme operazione speculativa immobiliare, di difficilissima valutazione come benefici ai cittadini e alle imprese locali. Si ipotizzano costose opere effimere della durata di pochissimi anni, per far poi spazio alle iniziative immobiliari delle solite famiglie (già da anni attive nell’acquisizione dei terreni da rivendere a peso d’oro), con enorme carenza di trasparenza sino al probabile intervento della magistratura, come nei troppi numerosi casi in cui vi sono enormi quantità di denaro pubblico.

11. Da una stima fatta nel 2005 dal U.N.R.A.E nel comune di Milano circolano 800 mila vetture e di queste circa 30 mila sono non catalizzate quindi il 3.8 %. In Italia su un totale di 32 milioni e mezzo di macchine la stima è che le non catalizzate siano circa otto milioni e 100 mila quindi quasi il 25 per cento. Se poi andiamo a parlare delle macchine più moderne, quelle immatricolate dopo il 2000, e quindi macchine che rispondono alle direttive europee più severe in termine di inquinamento, la euro tre e la euro 4, in Italia si stima che meno di una macchina su tre siano con queste caratteristiche a Milano invece sono circa il 42 per cento quindi quasi una su due. Eppure per entrare nella cerchia dei bastioni si paga l’Ecopas. Non tutti però devono pagare, solo chi ha un’automobile inferiore all’euro 4, deve pagare. Eppure, alcuni studi scientifici che un S.U.V. di ultima generazione (euro 4, 5) inquina, per quantità di PM10 rilasciati, tanto quanto se non di più di un euro 2. Insomma sembrerebbe quasi che chi ha i soldi per pagarsi la macchina nuova non paga l’Ecopas, chi non ha questi soldi invece lo paga. Eppure inquinano ugualmente entrambi. A ciò si aggiunge che nei primi 50 giorni del 2011, Milano ha superato i limiti di PM10 per ben 35 nei soli primi 38 giorni dell’anno. Cosa intende fare Lei? Come sta andando questo Progetto “Eco”?

Sì, condivido l’idea dell’inefficacia dell’Ecopass, basta girare in centro alle 8,30 del mattino per rendersi conto che non funziona: ci sono muraglie di macchine di grossa cilindrata bloccate nel traffico, dalle targhe recenti e che possono evidentemente circolare liberamente. Oltre alla non risoluzione del problema locale, se andassimo a vedere l’impronta ecologica lasciata nella produzione di queste auto nuove, le considerazioni sarebbero ancora più preoccupanti.

Un fallimento? Assolutamente si, l’inquinamento non si combatte in questo modo, il nome Ecopass è infatti ingannevole e tecnicamente errato, il progetto “pilota” partito a Londra nel 2003 con in nome di Congestion Charge era infatti volto a combattere il problema del traffico, di cui l’inquinamento atmosferico è solo una delle tante conseguenze; a Milano con il termine eco si è dato il via ad una serie di eccezioni (in particolare quella da te citata per i modelli di auto nuove) rendendo vano lo spirito di scaricare dal traffico il centro città e anche quello di essere “eco” su due punti: il primo perché consente di inquinare a pagamento e il secondo perché come si sa il bilancio in termini di co2 e di inquinamento del processo di fabbricazione di un auto di nuova generazione corrisponde a circa 10 anni di utilizzo di un modello precedente.

Per combattere l’inquinamento killer della nostra città ci si deve concentrare su due differenti piani: quello a breve termine, come ad esempio il fatto di migliorare la fluidità del traffico – che ha un’incidenza diretta sull’inquinamento: sarebbe sensato investire in un progetto “no sosta in doppia fila”, prima informando, poi ammonendo e infine agendo in maniera inflessibile con un’azione combinata di controlli, multe e rimozioni veloci, e quello a lungo termine, come ad esempio la sostituzione delle caldaie a nafta negli edifici (13% circa delle emissioni), sostituendo i mezzi di trasporto diesel (che con le continue soste sono responsabili del 52% circa delle emissioni PM10 totali) e con un sviluppo dei sistemi di trasporto pubblico interconnesso ad un piano di mobilità ciclabile.

L’iniquità tra chi ha più soldi e chi ne ha meno si risolverebbe molto facilmente come avviene in altre Nazioni, dove multe e pass sono graduate in funzione del reddito. Vi immaginate – giusto per fare un esempio – che multa si beccherebbe il consorte dell’attuale sindaco?

12. Sempre per quanto riguarda l’inquinamento avete intenzione di aumentare la salvaguardia della salute controllando anche il PM100 anche se l’Europa non lo richiede ma studi scientifici ammettono la sua esistenza e il suo potere cancerogeno?

Sì, penso sia importante disporre della maggior quantità di informazioni possibili, al contrario di quello che avviene oggi da parte dell’Amministrazione Pubblica, dove i rapporti scientifici che già oggi dimostrano i devastanti effetti dello smog milanese sulla nostra aspettativa di vita vengono nascosti nei cassetti dei sessantenni. Il prof. Masera, decano della lotta alle leucemie infantili, quando gli chiesero se l’inquinamento potesse essere una causa dei quattro casi contemporanei di luecemia alla scuola Corridoni, rispose semplicemente “non lo so per certo, quello che è certo è che Milano per i bambini è un ambiente ostile”. Tutto andrebbe controllato per poi agire consapevolmente ed agire sul serio

13. Lei beve l’acqua del rubinetto di casa sua?

Sì, solo acqua di rubinetto.

14. A Milano ci sono moltissime case vuote, sfitte o abbandonate da molti anni. Altre invece vengono date agli amici degli amici o a gente che si può permettere ben oltre ciò che invece paga (il caso di Affittopoli, Trivulzio &C .). In una zona periferica come quella di Maciacchini una stanza singola costa in media 500 euro al mese “solitamente” in nero. A Berlino, in Alexander Plaza, una stanza singola costa circa 230 euro al mese con contratto. Inoltre, secondo i dati del S.u.n.i.a., quest’anno gli affitti per gli studenti a Milano hanno subito un rincaro del 10%. Una camera singola arriva a costare fino a 750 euro. Quale potrebbe essere la prima azione in merito a tale problema? Cosa dobbiamo aspettarci da Lei se verrà eletto su questo tema?

Le prime azioni dovrebbero essere quelle di assegnare gli alloggi vuoti di proprietà pubblica, e sfavorire chi tiene sfitti gli alloggi privati. I tempi sarebbero maturi, soprattutto come risorse informatiche, per mettere in rete domanda e offerta con tutte le informazioni relative, anche quanto si paga d’affitto nelle varie zone. Lo scandalo di affittopoli e del Pat è semplicemente l’ennesimo esempio abuso di una classe politica autoreferenziale e ormai totalmente distaccata dagli interessi dei cittadini; come direbbero Stella e Rizzo: una vera e propria Casta. E mentre assistiamo a questo scandalo 20.000 cittadini sono in lista di attesa per ottenere un’abitazione popolare.

15. Lei ha mai lavorato senza ricevere denaro?

No.

16. Quanto si spenderà a grandi linee per la sua campagna elettorale?

Il MoVimento raccoglierà qualche migliaio di euro nei banchetti o con donazioni tramite Paypal o bonifici. Non riusciamo a immaginare di andare oltre i 10.000 €, cifre ben diverse dal milione di euro messo in campo da Pisapia (più la raccolta fondi richiesta ai simpatizzanti/votanti) per contrastare i milioni della Moratti. La maggior parte dei simpatizzanti collaborerà e darà una mano in modo volontario e gratuito. Chiunque voglia dare il suo contributo è gradito e può contattarci per farlo. Vogliamo soprattutto fare questa rivoluzione: LA POLITICA FUORI DAL CIRCUITO DEI SOLDI E I SOLDI FUORI DAL CIRCUITO DELLA POLITICA. Questa è la nostra vera specialità: costruire una partecipazione di tutti come responsabilità condivisa verso una comunità da ricostruire. Una comunità di tutti: per noi soli niente, per noi tutti tutto.

17. Negli ultimi dieci anni le biblioteche rionali hanno ridotto l’orario di apertura rendendoli simili agli orari di un sportello delle poste. Pochissime biblioteche rimangono aperte la sera. Per visitare il Louvre di Parigi si spende un terzo di quello che viene a costare l’entrata a Palazzo Reale. Le associazioni culturali milanesi non politicamente schierate sono al collasso. I piccoli teatri rischiano di chiudere ogni giorno. Qual è la sua proposta culturale per Milano?

Aumentare gli stanziamenti per la cultura in generale, recuperando fondi ad esempio dal parco auto comunali.

Vedrei poi orari lunghi, le scuole aperte 24 ore, moltissimo accesso libero in tutti gli spazi pubblici, scuole, università, teatri e biblioteche; meno vigili e più volontari in ogni luogo che faccia vivere la cultura e gli spazi di discussione sulla vita della città, Milano città aperta alla cultura anche con il wi-fi e le connessioni alle biblioteche on line.

18. Le università private milanesi sono state ultimamente sede di visite parlamentari, governative, e da parte dei membri del governo comunale. San Raffaele, Cattolica, Bocconi e Iulm sembrano richiamare sempre di più quei salotti buoni della borghesia milanese e della rappresentanza comunale. Le università statali quali la Statale, la Bicocca e il Politecnico, con una maggiore accentuazione per le prime due, non sono state degne di questa passarella. Eppure tra istituti ed enti pubblici dovrebbe esserci una coesione maggiore. Cosa ne pensa e cosa farà in merito?

Chi viene eletto deve lavorare per il bene della cittadinanza e non perdere il suo tempo in visite di cortesia e altre sceneggiate buone solo per aumentare il proprio potere e prestigio: io sarò il terminale di tutti quelli che vorranno portare il loro contributo, senza preclusioni, e con lo stesso spirito andrò ovunque sarà sensato che io vada nell’interesse della cittadinanza, non degli interessi privati.

19. Se fosse eletto “Sindaco di Milano”, quali saranno le sue prime tre azioni nei confronti dei Giovani, dell’Università e del Lavoro?

Giovani: censimento di tutti gli spazi pubblici nei diversi quartieri di Milano, utilizzabili come luoghi di ritrovo e per iniziative culturali/affini; loro apertura con personale volontario la sera fino alle 23-24 nei giorni feriali. Sono compresi i tantissimi seminterrati ALER e simili lasciati inutilizzati: da mettere a disposizione di associazioni, gruppi culturali anche di comunità di immigrati, ecc.

Università: metterei a disposizione degli spazi che le Università potranno affidare a gruppi di studenti che dovranno farsene carico per adibirli a luoghi di ricerca proprio sul tema scuola e lavoro; si potrebbe anche aprire una sottoscrizione pubblica per premiare la ricerca dell’università che meglio farà una proposta siglata da professori e studenti insieme, per affrontare la famosa crisi: se aspettiamo che il sapere venga dai politici siamo finiti. Il sapere è dove si studia, e dare agli studenti il compito di risolvere la crisi che li colpisce è il primo passo per coinvolgerli e trovarli in seguito pronti anche ad agire.

Lavoro: il Comune di Milano deve prendersi in mano il più possibile l’intermediazione domanda-offerta, non deve lasciar fare solo ai privati, è questione essenziale per i suoi cittadini. E deve vietare, anche nelle ex-municipalizzate da lui controllate, l’esternalizzazione dei servizi attraverso cooperative.

Andrebbe poi dato ad ogni giovane milanese la possibilità, almeno una volta nella vita, di accedere ad un servizio di consulenza fiscale economica e giuridica che permetta loro di realizzare 1 Progetto che hanno a cuore per la loro vita.

SEGRATE UNA CITTA' ABUSIVA ALL'INTERNO


Milano dopo quarant'anni
scopre una città abusiva

Una comunità di giostrai l'ha costruita negli anni '70 senza richiedere nessun permesso
Ora il reato è prescritto. La proprietaria aveva affittato il terreno ai titolari di un luna park

di EMILIO RANDACIO

La via principale è dedicata a "Moretta". All'anagrafe Antonia Davanzo, "imprenditrice di spettacoli viaggianti", scomparsa a 74 anni il 18 agosto 1989, recita una targa in metallo perfettamente conservata. Su un lato dell'insegna non ci sono i canonici simboli comunali, bensì l'indicazione: "Città delle feste". All´ingresso dell´enorme comprensorio anche i cartelli che segnalano i passi carrai, i divieti, case in mattoni o in legno perfettamente allineate, viuzze asfaltate, tettoie per il parcheggio delle auto e una recinzione che mantiene le distanze dal resto del mondo con tanto di piante rampicanti. La via principale è dedicata a "Moretta". All´anagrafe Antonia Davanzo, "imprenditrice di spettacoli viaggianti", scomparsa a 74 anni il 18 agosto 1989, recita una targa in metallo perfettamente conservata. Su un lato dell´insegna non ci sono i canonici simboli comunali, bensì l´indicazione: "Città delle feste".

L'insediamento abusivo a Segrate

Non è lo spot di un nuovo complesso residenziale destinato alle famiglie della borghesia milanese. O un villaggio del futuro costruito sulla falsariga dei complessi di Milano 2 e Milano 3 di impronta berlusconiana. Niente di tutto questo. La "Città delle feste" di via Dante, a Segrate, comune nella zona Est della cintura milanese, è un mega-insediamento composto da un´ottantina di immobili, popolato, ormai da "decenni", da una comunità di giostrai, perfettamente integrata e che "non ha mai dato alcun fastidio ai residenti", tengono a precisare gli abitanti del quartiere.

Il problema è che è un villaggio-fantasma, completamente abusivo, visto che le case sono state tutte costruite senza lo straccio di una autorizzazione comunale. Quaranta sono in muratura, altrettante sono prefabbricati in legno o lamiera. Solo una casa, al centro del complesso, è su due piani. L´aspetto è più che dignitoso, le rifiniture sembrano anche di buona fattura. All´interno si può accedere da un passo carraio con tanto di sbarra, oppure da un´entrata laterale pedonale davanti alla quale si invita, con un cartello, a non parcheggiare.

Questo hanno certificato le indagini della procura di Milano, chiamate alla sorprendente scoperta da una denuncia presentata nel dicembre scorso dallo stesso Comune di Segrate, che improvvisamente, dopo anni, si era accorto di un lungo elenco di irregolarità. L´amministrazione, nella denuncia, chiamava in causa la proprietaria dell´area per quello che definiva un macroscopico "abuso edilizio". La giunta, solo pochi mesi prima, aveva anche tentato di far abbattere le costruzioni, con un provvedimento urgente. Niente da fare. L´intestataria dell´intera area, infatti, si era vista dare ragione dal Tar. L´anziana signora, Eleonora C., classe 1914, nulla sapeva di quel presunto complesso residenziale, costruito a sua insaputa su un terreno che al catasto risultava da sempre essere area agricola. Lei e l´ormai scomparso marito, agli inizi degli anni ‘70, lo avevano affittato, seguendo tutte le regole imposte dalla legge, a un gruppo di famiglie che si accingeva a gestire il più importante luna park milanese, conosciuto oggi come l´"Europark" dell´Idroscalo. In tutti questi anni i pagamenti erano stati regolari, nessuno si era mai lamentato di nulla: ciò rivendicava nel suo ricorso l´arzilla novantasettenne.

Sono passati quarant´anni, e la signora Eleonora, un po´ per distrazione un po´ per semplice leggerezza, da allora non si è mai più occupata di verificare come venisse gestito quel terreno, né dei cambiamenti che erano stati apportati. Quando il pm milanese Tiziana Siciliano, un mese fa, ha spedito i suoi investigatori a capire quali e quanti abusi edilizi fossero stati commessi su quell´area, ha scoperto l´impensabile. In quel terreno, dall´esterno perfettamente conservato, risiedono stabilmente 78 capifamiglia. La procura ha fatto un calcolo approssimativo: nel villaggio dovrebbero vivere quasi 700 persone. Risultano essere tutte regolari. Non una comunità rom, ma italiani, con tanto di regolari documenti, con i figli che frequentano stabilmente le scuole e che si sono perfettamente integrati nel tessuto sociale. Gli allacciamenti a luce, acqua e gas sono a norma e le bollette vengono pagate con puntualità.

Come è stato possibile che nessuno, in questi anni, si sia mai reso conto di nulla? Il pubblico ministero Siciliano ha chiesto agli uomini della sua polizia giudiziaria di ascoltare le testimonianze dei residenti della zona. E le risposte sono state concordi. «Quel quartiere - ha spiegato una commerciante di via Dante, a verbale - esiste da quando sono nata. Delle ragazze che vi abitano frequentano mia figlia, sono compagne di scuola e non ci hanno mai creato alcun problema». Al magistrato, ieri mattina, non è rimasto che inviare all´ufficio gip la richiesta di archiviazione per la signora Eleonora. Il reato di «abuso edilizio», ormai, è ampiamente prescritto. Se qualcuno doveva vigilare sulla «Città delle feste», era il Comune di Segrate. Ma quarant´anni fa.

http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/03/30/news/milano_dopo_quarant_anni_scopre_una_citt_abusiva-14258452/


sabato 16 ottobre 2010

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