CANDIDATO ALLE ULTIME AMMINISTRATIVE DI SEGRATE, NELLA LISTA SEGRATE DOMANI-ARIA NUOVA (oggi INSIEME X SEGRATE)
A CANDIADATO SINDACO PER MILANOMattia Calise, 20 anni (il più giovane tra i candidati), studente di Scienze Politiche all’ Università Statale, candidato-portavoce per il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo.
1. L’Associazione SoS Racket sembra rimanere sempre più sola nella lotta contro le mafie. Gli ultimi eventi accaduti per le case dell’A.L.E.R. , dove un’organizzazione ha praticamente in mano le case popolari, sembrano la punta di un iceberg che non si vuole sciogliere. Del pizzo non se ne parla ad alta voce, ma in molti lo pagano, anche nel centro di Milano. Qual è la sua proposta di contrasto in merito al pizzo, al racket, al comportamento mafioso ormai sempre più impregnante nella regione Lombardia?
* Allargare la cooperazione del Comune anche all’associazione Sos-Racket (oggi il Comune ha un servizio “Sos contro racket e usura” in collaborazione con l’associazione “Sos Italia Libera”), e alle altre realtà associazionistiche attive sul tema;
* Evidenziare nel dovuto modo il servizio “Sos contro racket e usura” nel sito del Comune (che attualmente sembra quasi nascosto), e promuoverne le attività con una campagna informativa periodica;
* Realizzare un tavolo permanente anti-racket/anti-mafie nel Comune, che possa coordinarsi con le realtà già attive a livello locale e nazionale;
* Incrementare il numero dei vigili di quartiere disponibili, anche spostando a volontari ed ausiliari alcune loro mansioni (tipo il presidio di ingressi e uscite dalle scuole), in modo da non creare “assenze” predeterminate nel presidio del territorio;
* Presentazione al Consiglio Comunale di tutti i bilanci delle società partecipate dal Comune (che ad oggi non è obbligatorio).
2. Lei ha mai violato la legge?
Premesso che nel M5S la fedina penale pulita è prerequisito per potersi candidare.. sicuramente sì, anzi sarebbe un bel gioco se ciascuno facesse caso ogni giorno ai singoli dettagli: le leggi sono tali e tante, pretendono di regolare ogni singolo ambito dell’esistenza, e così mal coordinate che la gente le viola continuamnete anche senza saperlo.
Posso fare anche un esempio di violazione volontaria: mi capita di percorrere in bici tratti di marciapiede in zone particolarmente a rischio per i ciclisti, o in aree pedonali dove pur avendo un senso non sarebbe prevista la circolazione delle bici (nota extra testo: è da ritenersi positiva la sperimentazione di condivisione dei marciapiedi partita in questi giorni).
3. Come si muove a Milano? Mezzi pubblici, bicicletta o automobile? Quanto spende più o meno annualmente per questi spostamenti?
Come studente l’annuale mi costa 170€, più i 10 della tessera elettronica.. Sò che il prezzo pieno annuale sarebbe di 300€, e il mensile 30€; al proposito credo che – data l’incidenza ridotta dei costi di gestione elettronica – ci sarebbero gli estremi per portare il costo mensile esattamente a 1/12 dell’annuale se gestito via web (quindi 25€ a prezzo pieno); per muovermi in città utilizzo quasi esclusivamente mezzi pubblici e nelle giornate non piovose la bicicletta.
Spendo quindi 170€ di abbonamento Atm e circa 50€ in materiale di consumo e manutenzione bici.
4. Visti i dati preoccupanti sulla diffusione dell’HIV (15.000 persone secondo la L.I.L.A.) e di gravidanze indesiderate a Milano, come pensa di procedere sul fronte dell’educazione sessuale nelle scuole superiori? Come si pone di fronte ad iniziative come la presenza di distributori di preservativi nelle scuole? Cosa pensa dello scontro che lo scorso anno ha visto coinvolti l’ASL di Milano e la Regione Lombardia, riguardante le modalità con cui si tenevano i corsi di educazione sessuale e che hanno portato alla sospensione degli stessi?
A fronte del vuoto informativo-educativo che si è venuto a creare nelle scuole medie e superiori da quando l’A.S.L. ha sospeso gran parte dei progetti e quindi anche quelli relativi all’ educazione sessuale, professionisti privati e associazioni del privato sociale hanno proposto alle scuole i loro interventi che non sempre sono stati all’ altezza delle aspettative. Io interverrei ripristinando e incrementando tutti i progetti di prevenzione che si sono dimostrati validi nel tempo molti dei quali già proposti in passato dalla A.S.L.
Sono stati attivi nelle scuole per vari anni progetti relativi all’educazione sessuale,alle problematiche riguardanti l’alcool, le sostanze stupefacenti e i disturbi dell’alimentazione. Queste attività educative e formative importantissime per gli studenti non ci sono quasi più; l A.S.L. ha fatto tagli enormi e ingiustificabili. Le conseguenze di una scarsa o errata informazione è spesso un comportamento inconsapevole che porta alle note e drammatiche conseguenze (contagio HIV, gravidanze indesiderate,etc).
Sono favorevole alla distribuzione di profilattici, anche nelle scuole. Nel 2008 e 2009 come rappresentante d’istituto del Liceo Machiavelli di Pioltello mi sono battuto per l’introduzione dei distributori di profilattici nei plessi scolastici e da allora non ho mai smesso di sostenere l’iniziativa.
Penso che scontri di questo genere portino solo danni alla popolazione. Il problema avrebbe potuto essere risolto con un miglioramento del servizio e non con la soppressione dello stesso.
Io avrei cercato di capire per quale motivo parte dell’utenza aveva ritenuto non idoneo l’intervento e soprattutto avrei stimolato presso le aree competenti una eventuale revisione del progetto per offrire un servizio più adeguato.
5. Prima della sua carriera politica di cosa si occupava?
Diciamo pure cosa continuerò a fare: per noi la politica non è un lavoro alternativo ad un altro lavoro, è un servizio temporaneo alla collettività. Sono uno studente universitario, studio Scienze Politiche in Statale.
6. In quali scuole ha ricevuto la sua educazione? 6. Che genere di istruzione ha ricevuto dai suoi genitori e dalle scuole che ha frequentato?
Scuole pubbliche. Dai miei genitori ho ricevuto un’istruzione basata sul rispetto degli altri, sulla creatività e sulla determinazione nel portare a termine progetti.
7. Il rapporto di Transatlantic Trends evidenzia che in Italia la percezione della percentuale di immigrazione risulta quattro volte superiore rispetto alla realtà. A Milano, gli avvenimenti di via Padova o del campo rom di via Triboniano dimostrano che la temperatura sociale resta calda. Quali crede siano le priorità per stemperare la tensione? Come progetterà di muoversi il comune e i suoi servizi per attuare l’integrazione con strumenti alternativi al solo intervento delle forze dell’ordine?
* Assegnare spazi del Comune come luoghi d’aggregazione per le varie comunità etniche formatesi, che ovviamente siano zone crime-free monitorate, ma in modo collaborativo;
* Realizzare un tavolo permanente (strutturato in sotto-tavoli per ognuna delle 9 zone) per l’integrazione, coinvolgendo elementi di tutte le etnie presenti;
* Introdurre il principio della presenza di personale multietnico, sia nei servizi ai cittadini che nelle forze di polizia locale, per superare le barriere di lingua e mentalità;
8. Molti degli studenti che frequentano le università milanesi sono pendolari o si trasferiscono a Milano o nelle zone limitrofe, oppure sono studenti di altri paesi, gli “erasmus”. Arrivando a Milano “fanno girare l’economia” con le loro spese sia di necessità che di divertimento. Inoltre, rispetto alle grandi città europee Milano risente di un deficit nel settore del trasporto pubblico, soprattutto nelle fasce notturne e nelle zone periferiche e i prezzi dei taxi sono assolutamente proibitivi. Come intende agire per migliorare il trasporto milanese? Come pensa di agire sulle politiche giovanili e di integrazione?
Per quanto riguarda politiche giovanili e integrazione:
va programmata una gestione di parte dell’edilizia pubblica, da mettere al servizio degli studenti a prezzi agevolati; se pensiamo poi ai tanti edifici pubblici inutilizzati e improduttivi che potrebbero diventare “stazioni di studio”, renderemmo possibile per uno studente avere basi d’appoggio sia per dormire che per studiare, magari minimaliste, ma funzionali. Le notizie recentissime sul Pio Albergo Trivulzio danno l’idea di quel che il Comune potrebbe fare a favore degli studenti – investendo nel futuro – e non dei privilegiati possessori di redditi sontuosi.
Sul fronte trasporto pubblico:
non vedo alternative al miglioramento del trasporto milanese, se non attraverso il potenziamento del trasporto pubblico e della mobilità ciclabile. Ovviamente al potenziamento del trasporto pubblico – come incremento frequenze, prolungamento orari, e flessibilità dimensionale dei mezzi – dev’esser associata un’adeguata estensione e difesa delle corsie preferenziali. La maggior parte dei fondi extra che deriveranno dal fisco federale e dall’ IMU, andrebbero investiti nella “battaglia del trasporto urbano”, che va assolutamente vinta.
9. Qual è la sua visione di Milano? Quali benefici sociali e ambientali porterà l’Expo ai cittadini milanesi e ai suoi visitatori?
Milano era una città dove ci si trasferiva volentieri per trovare lavoro, per studiare e in generale per cercare fortuna, una città ricettiva e dalle grandi opportunità, un avamposto a livello tecnologico e culturale per tutta Italia. Era definita capitale morale – anche da Montanelli – perché di fatto sempre davanti a Roma in molteplici campi.
Nel 2011 Milano è in declino, con un gioco di parole purtroppo ben calzante, può essere forse la capitale amorale d’Italia, dove si specula sulla pelle di chi più ha bisogno d’assistenza, dove chi vi si trasferisce ci morirà anzitempo per l’ambiente nocivo, bloccato nel traffico e all’ombra di grattacieli inutili.
Il governo della città ignora gli interessi primari della cittadinanza, non la consulta né la coinvolge nelle scelte, sempre più frequentemente gliele impone a beneficio dei soliti costruttori, delle solite lobbies.
Milano si è trasformata in una città vetrina e temporanea, buona per fare shopping oppure per la settimana della moda, ma con poche prospettive per il futuro e per le prossime generazioni; resterà così – priva di prospettive – anche dopo la fiammata dell’Expo, nella quale – sotto la guida “accorta” di chi non ha mosso un dito per evitare il nuovo scandalo di affittopoli – verranno bruciate enormi risorse, senza toccare i problemi strutturali della città, anzi peggiorandoli.
10. Secondo Phillipe Daverio, la costituzione urbanistica e storica della città di Milano è molto più simile a città europee come Lione, che Berlino o Parigi. Ciò impone una evoluzione della città non solo tramite decisioni politiche ed economiche in merito ma anche integrative al passato e al futuro di quale città si vorrà co-costruire insieme con i cittadini. Quale è la sua visione di Milano? Quali benefici sociali e ambientali porterà l’Expo ai cittadini milanesi e ai suoi visitatori?
Milano, come moltissime realtà italiane, è una città con una precisa fisionomia storica caratterizzante che non va stravolta. I grattacieli ultra moderni non sono consoni allo stile architettonico urbano. Cercherei di adottare azioni finalizzate al recupero di fabbricati vetusti e di aree dismesse, badando con attenzione alla spesa a fronte di minori introiti dovuti alla riduzione del consumo di territorio. Badando sicuramente più alla qualità della condivisione degli spazi comuni, più che all’estetica futuristica di nuovi mostri in cemento armato che andrebbero delocalizzati in aree periferiche dismesse. La Milano che vorrei ha le piazze a disposizione della vita extra lavorativa delle famiglie, spazi di svago, luoghi di incontro, aree a verde, mobilità agevolata per mezzi non inquinanti, piste ciclabili.
Expo… A mio parere è un’enorme operazione speculativa immobiliare, di difficilissima valutazione come benefici ai cittadini e alle imprese locali. Si ipotizzano costose opere effimere della durata di pochissimi anni, per far poi spazio alle iniziative immobiliari delle solite famiglie (già da anni attive nell’acquisizione dei terreni da rivendere a peso d’oro), con enorme carenza di trasparenza sino al probabile intervento della magistratura, come nei troppi numerosi casi in cui vi sono enormi quantità di denaro pubblico.
11. Da una stima fatta nel 2005 dal U.N.R.A.E nel comune di Milano circolano 800 mila vetture e di queste circa 30 mila sono non catalizzate quindi il 3.8 %. In Italia su un totale di 32 milioni e mezzo di macchine la stima è che le non catalizzate siano circa otto milioni e 100 mila quindi quasi il 25 per cento. Se poi andiamo a parlare delle macchine più moderne, quelle immatricolate dopo il 2000, e quindi macchine che rispondono alle direttive europee più severe in termine di inquinamento, la euro tre e la euro 4, in Italia si stima che meno di una macchina su tre siano con queste caratteristiche a Milano invece sono circa il 42 per cento quindi quasi una su due. Eppure per entrare nella cerchia dei bastioni si paga l’Ecopas. Non tutti però devono pagare, solo chi ha un’automobile inferiore all’euro 4, deve pagare. Eppure, alcuni studi scientifici che un S.U.V. di ultima generazione (euro 4, 5) inquina, per quantità di PM10 rilasciati, tanto quanto se non di più di un euro 2. Insomma sembrerebbe quasi che chi ha i soldi per pagarsi la macchina nuova non paga l’Ecopas, chi non ha questi soldi invece lo paga. Eppure inquinano ugualmente entrambi. A ciò si aggiunge che nei primi 50 giorni del 2011, Milano ha superato i limiti di PM10 per ben 35 nei soli primi 38 giorni dell’anno. Cosa intende fare Lei? Come sta andando questo Progetto “Eco”?
Sì, condivido l’idea dell’inefficacia dell’Ecopass, basta girare in centro alle 8,30 del mattino per rendersi conto che non funziona: ci sono muraglie di macchine di grossa cilindrata bloccate nel traffico, dalle targhe recenti e che possono evidentemente circolare liberamente. Oltre alla non risoluzione del problema locale, se andassimo a vedere l’impronta ecologica lasciata nella produzione di queste auto nuove, le considerazioni sarebbero ancora più preoccupanti.
Un fallimento? Assolutamente si, l’inquinamento non si combatte in questo modo, il nome Ecopass è infatti ingannevole e tecnicamente errato, il progetto “pilota” partito a Londra nel 2003 con in nome di Congestion Charge era infatti volto a combattere il problema del traffico, di cui l’inquinamento atmosferico è solo una delle tante conseguenze; a Milano con il termine eco si è dato il via ad una serie di eccezioni (in particolare quella da te citata per i modelli di auto nuove) rendendo vano lo spirito di scaricare dal traffico il centro città e anche quello di essere “eco” su due punti: il primo perché consente di inquinare a pagamento e il secondo perché come si sa il bilancio in termini di co2 e di inquinamento del processo di fabbricazione di un auto di nuova generazione corrisponde a circa 10 anni di utilizzo di un modello precedente.
Per combattere l’inquinamento killer della nostra città ci si deve concentrare su due differenti piani: quello a breve termine, come ad esempio il fatto di migliorare la fluidità del traffico – che ha un’incidenza diretta sull’inquinamento: sarebbe sensato investire in un progetto “no sosta in doppia fila”, prima informando, poi ammonendo e infine agendo in maniera inflessibile con un’azione combinata di controlli, multe e rimozioni veloci, e quello a lungo termine, come ad esempio la sostituzione delle caldaie a nafta negli edifici (13% circa delle emissioni), sostituendo i mezzi di trasporto diesel (che con le continue soste sono responsabili del 52% circa delle emissioni PM10 totali) e con un sviluppo dei sistemi di trasporto pubblico interconnesso ad un piano di mobilità ciclabile.
L’iniquità tra chi ha più soldi e chi ne ha meno si risolverebbe molto facilmente come avviene in altre Nazioni, dove multe e pass sono graduate in funzione del reddito. Vi immaginate – giusto per fare un esempio – che multa si beccherebbe il consorte dell’attuale sindaco?
12. Sempre per quanto riguarda l’inquinamento avete intenzione di aumentare la salvaguardia della salute controllando anche il PM100 anche se l’Europa non lo richiede ma studi scientifici ammettono la sua esistenza e il suo potere cancerogeno?
Sì, penso sia importante disporre della maggior quantità di informazioni possibili, al contrario di quello che avviene oggi da parte dell’Amministrazione Pubblica, dove i rapporti scientifici che già oggi dimostrano i devastanti effetti dello smog milanese sulla nostra aspettativa di vita vengono nascosti nei cassetti dei sessantenni. Il prof. Masera, decano della lotta alle leucemie infantili, quando gli chiesero se l’inquinamento potesse essere una causa dei quattro casi contemporanei di luecemia alla scuola Corridoni, rispose semplicemente “non lo so per certo, quello che è certo è che Milano per i bambini è un ambiente ostile”. Tutto andrebbe controllato per poi agire consapevolmente ed agire sul serio
13. Lei beve l’acqua del rubinetto di casa sua?
Sì, solo acqua di rubinetto.
14. A Milano ci sono moltissime case vuote, sfitte o abbandonate da molti anni. Altre invece vengono date agli amici degli amici o a gente che si può permettere ben oltre ciò che invece paga (il caso di Affittopoli, Trivulzio &C .). In una zona periferica come quella di Maciacchini una stanza singola costa in media 500 euro al mese “solitamente” in nero. A Berlino, in Alexander Plaza, una stanza singola costa circa 230 euro al mese con contratto. Inoltre, secondo i dati del S.u.n.i.a., quest’anno gli affitti per gli studenti a Milano hanno subito un rincaro del 10%. Una camera singola arriva a costare fino a 750 euro. Quale potrebbe essere la prima azione in merito a tale problema? Cosa dobbiamo aspettarci da Lei se verrà eletto su questo tema?
Le prime azioni dovrebbero essere quelle di assegnare gli alloggi vuoti di proprietà pubblica, e sfavorire chi tiene sfitti gli alloggi privati. I tempi sarebbero maturi, soprattutto come risorse informatiche, per mettere in rete domanda e offerta con tutte le informazioni relative, anche quanto si paga d’affitto nelle varie zone. Lo scandalo di affittopoli e del Pat è semplicemente l’ennesimo esempio abuso di una classe politica autoreferenziale e ormai totalmente distaccata dagli interessi dei cittadini; come direbbero Stella e Rizzo: una vera e propria Casta. E mentre assistiamo a questo scandalo 20.000 cittadini sono in lista di attesa per ottenere un’abitazione popolare.
15. Lei ha mai lavorato senza ricevere denaro?
No.
16. Quanto si spenderà a grandi linee per la sua campagna elettorale?
Il MoVimento raccoglierà qualche migliaio di euro nei banchetti o con donazioni tramite Paypal o bonifici. Non riusciamo a immaginare di andare oltre i 10.000 €, cifre ben diverse dal milione di euro messo in campo da Pisapia (più la raccolta fondi richiesta ai simpatizzanti/votanti) per contrastare i milioni della Moratti. La maggior parte dei simpatizzanti collaborerà e darà una mano in modo volontario e gratuito. Chiunque voglia dare il suo contributo è gradito e può contattarci per farlo. Vogliamo soprattutto fare questa rivoluzione: LA POLITICA FUORI DAL CIRCUITO DEI SOLDI E I SOLDI FUORI DAL CIRCUITO DELLA POLITICA. Questa è la nostra vera specialità: costruire una partecipazione di tutti come responsabilità condivisa verso una comunità da ricostruire. Una comunità di tutti: per noi soli niente, per noi tutti tutto.
17. Negli ultimi dieci anni le biblioteche rionali hanno ridotto l’orario di apertura rendendoli simili agli orari di un sportello delle poste. Pochissime biblioteche rimangono aperte la sera. Per visitare il Louvre di Parigi si spende un terzo di quello che viene a costare l’entrata a Palazzo Reale. Le associazioni culturali milanesi non politicamente schierate sono al collasso. I piccoli teatri rischiano di chiudere ogni giorno. Qual è la sua proposta culturale per Milano?
Aumentare gli stanziamenti per la cultura in generale, recuperando fondi ad esempio dal parco auto comunali.
Vedrei poi orari lunghi, le scuole aperte 24 ore, moltissimo accesso libero in tutti gli spazi pubblici, scuole, università, teatri e biblioteche; meno vigili e più volontari in ogni luogo che faccia vivere la cultura e gli spazi di discussione sulla vita della città, Milano città aperta alla cultura anche con il wi-fi e le connessioni alle biblioteche on line.
18. Le università private milanesi sono state ultimamente sede di visite parlamentari, governative, e da parte dei membri del governo comunale. San Raffaele, Cattolica, Bocconi e Iulm sembrano richiamare sempre di più quei salotti buoni della borghesia milanese e della rappresentanza comunale. Le università statali quali la Statale, la Bicocca e il Politecnico, con una maggiore accentuazione per le prime due, non sono state degne di questa passarella. Eppure tra istituti ed enti pubblici dovrebbe esserci una coesione maggiore. Cosa ne pensa e cosa farà in merito?
Chi viene eletto deve lavorare per il bene della cittadinanza e non perdere il suo tempo in visite di cortesia e altre sceneggiate buone solo per aumentare il proprio potere e prestigio: io sarò il terminale di tutti quelli che vorranno portare il loro contributo, senza preclusioni, e con lo stesso spirito andrò ovunque sarà sensato che io vada nell’interesse della cittadinanza, non degli interessi privati.
19. Se fosse eletto “Sindaco di Milano”, quali saranno le sue prime tre azioni nei confronti dei Giovani, dell’Università e del Lavoro?
Giovani: censimento di tutti gli spazi pubblici nei diversi quartieri di Milano, utilizzabili come luoghi di ritrovo e per iniziative culturali/affini; loro apertura con personale volontario la sera fino alle 23-24 nei giorni feriali. Sono compresi i tantissimi seminterrati ALER e simili lasciati inutilizzati: da mettere a disposizione di associazioni, gruppi culturali anche di comunità di immigrati, ecc.
Università: metterei a disposizione degli spazi che le Università potranno affidare a gruppi di studenti che dovranno farsene carico per adibirli a luoghi di ricerca proprio sul tema scuola e lavoro; si potrebbe anche aprire una sottoscrizione pubblica per premiare la ricerca dell’università che meglio farà una proposta siglata da professori e studenti insieme, per affrontare la famosa crisi: se aspettiamo che il sapere venga dai politici siamo finiti. Il sapere è dove si studia, e dare agli studenti il compito di risolvere la crisi che li colpisce è il primo passo per coinvolgerli e trovarli in seguito pronti anche ad agire.
Lavoro: il Comune di Milano deve prendersi in mano il più possibile l’intermediazione domanda-offerta, non deve lasciar fare solo ai privati, è questione essenziale per i suoi cittadini. E deve vietare, anche nelle ex-municipalizzate da lui controllate, l’esternalizzazione dei servizi attraverso cooperative.
Andrebbe poi dato ad ogni giovane milanese la possibilità, almeno una volta nella vita, di accedere ad un servizio di consulenza fiscale economica e giuridica che permetta loro di realizzare 1 Progetto che hanno a cuore per la loro vita.